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IL PIATTO DI SOLIERA

‘La strada che conduce al castello con la sua torre, sembra quasi una bussola che mi riporta al centro del mio mondo’.

Oreficeria Ronchetti 

Presenta

IL PIATTO DI SOLIERA

 

Piatto centrotavola in fine porcellana dipinta a mano, a produzione limitata, sia da portata per panettone che da esposizione: per un regalo unico da conservare e collezionare. Anche per omaggi di rappresentanza.

 

‘Il castello? È casa e isola, torre e caverna,
miracolo e quotidianità, ordine e calore,
e la voce delle cose che ci aspettano ogni giorno al nostro rientro’.
(F. Caramagna)

 

Il castello Campori è il simbolo di Soliera.

 

ROCCA FORTIFICATA 

 DEGLI ESTENSI

 

Il modenese Ludovico Antonio Muratori, nel suo scritto Antichità Estensi, ci tramanda che in un atto del 1029 Ugo d’Este, marchese di Milano, acquistò grandi proprietà terriere nei territori di PaviaPiacenzaCremona e Parma, proprietà che evidentemente arrivavano fino alla zona di Modena, poiché acquistò, segnalata in quell’atto, anche Soliera. Tali proprietà gli furono poi confermate con bolla imperiale nel 1077. L’imperatore in questione è niente meno che Enrico IV, Re di Germania e reggente del Sacro Romano Impero, il ben conosciuto protagonista dell’episodio di Canossa. 

 

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Matilde di Canossa e Ugo di Cluny (padrino di battesimo del sovrano) come intercessori di Enrico IV (in ginocchio)

 

L’esistenza di un insediamento fortificato, un “castrum”, nell’attuale territorio solierese, è ulteriormente rintracciata in un documento del 1106, e confermata in una bolla papale del 1153.

Intorno al 1325 la fortificazione andò invece distrutta per opera delle truppe bolognesi/pontificie. 

La collocazione tra Modena e Carpi fece del “castrum” di Soliera un obiettivo desiderabile dagli Este che, a conferma del loro possesso, eressero il castello nel 1370, e si denota la soddisfazione degli estensi nel leggere nei loro scritti che lo definirono un “ben munito castello”.  

L’ultimo estense signore di Soliera fu Niccolò III, (1383 –1441) già marchese di Ferrara.

 

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Piero della FrancescaFlagellazione 

(Niccolò III dovrebbe essere il personaggio a destra)

 

CASTELLO DEI PIO

 

Niccolò III d’Este, nel 1405 investì i Pio, già signori di Carpi, quali proprietari dei feudi di MaranoSpezzano,  Formigine, Brandola, Soliera e altre, con l'impegno di fedeltà verso la Casa d'Este. 

Marco I fu il primo feudatario del castello di Soliera per quanto riguarda il casato dei Pio. Gli successe il figlio Galasso, che ne fu signore fino al 1465: fece rinforzare le fortificazioni e costruire la rocca, una sorta di castello nel castello. Le mura difensive che cingevano al loro interno il borgo e la rocca erano a loro volta circondate da un fossato e l’unica via d'accesso era posta a sud, munita di ponte levatoio. Il fossato è tutt’ora evidente. 

Di questo periodo non sono rimaste testimonianze scritte né disegni: non ci è dato di sapere nulla sull’aspetto che avesse allora il castello. Possiamo però riferirci agli altri castelli costruiti nello stesso periodo dagli Estensi in zone vicine a Soliera, come San Felice e Finale Emilia.
Nella parte più antica del castello, si vedono ancora sulle mura le tracce della fortezza.

 

 

 

RESIDENZA NOBILIARE DEI PIO

 

Nel 1525 Soliera fu occupata e più volte saccheggiata dalle truppe spagnole. Giberto IV Pio la riconquistò nel 1527, fece riparare il castello e commissionò una serie di opere per renderlo una residenza nobiliare. Il feudo di Soliera venne a lungo occupato e conteso a turno dalle casate dei Pio e degli Estensi fino al 1635. La diatriba si concluse con l’assegnazione del castello e del borgo a Marco III Pio di Savoia, che fu tra l’altro fratellastro di Marianna de Leyva y Marino (1575-1650), la manzoniana monaca di Monza. A conferma della secolare competizione tra le casate degli Este e dei Pio, Marco III morì assassinato nel 1599, dopo una serata di gioco con il Duca Cesare d’Este.

 

Marco III Pio di Savoia, signore di Sassuolo (1568 - 1599) - Genealogy

Marco III Pio di Savoia

 (Sassuolo4 ottobre 1568 – Modena27 novembre 1599)

 

Dopo l’assassinio di Marco III, Soliera tornò agli Estensi che, nel 1636 ci rinunciarono definitivamente vendendo il castello e il territorio annesso alla famiglia dei Campori per 50 mila scudi.  

 

PALAZZO NOBILIARE DEI CAMPORI

 

Il primo Campori marchese di Soliera fu Pietro, personaggio del clero così influente che all'interno del conclave che elesse papa Gregorio XV, nel 1621, venne fatto circolare il suo nome come nuovo successore di Pietro: ciò tuttavia non avvenne per soli 3 voti. Il padre Paolo, scelse di prendere il cognome dal proprio paese d’origine, Campori, piccolo borgo vicino a Pieve Fosciana, in Garfagnana.

 

 

Cardinal Pietro Campori.png

Pietro Campori 

(Campori, presso Castelnuovo di Garfagnana1553 – Cremona4 febbraio 1643)


Negli oltre 300 anni della loro permanenza, i Campori ampliarono il castello e fecero molti interventi, che lo trasformarono definitivamente in residenza nobiliare, pur restando tutt’oggi ben identificata la struttura originaria con finalità difensive: ampliarono l'edificio e fecero costruire il portico antistante il borgo, le sale interne vennero ornate con statue e pregevoli dipinti andati in gran parte perduti. Alcune statue sono ancora oggi visibili. 

 

Castello Campori – Castello dell'Arte

Statua di Ercole 

a sorveglianza dell’accesso alle sale del piano superiore 

 

Correggio - Madonna di Campori

 

Madonna Campori (Madonna col Bambino)

dipinto autografo del Correggio, olio su tavola, 1517 – 1518, Modena, Galleria Estense.

Nonostante antecedente l’inizio del marchesato, la Madonna del Correggio viene ancora oggi chiamata Madonna Campori 

perché il quadro ha dimorato a lungo nel castello solierese

 

Il loro stemma– uno scudo su cui campeggiano due aquile e sei stelle a sei punte – è dipinto e scolpito in molti punti del castello.

 

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Stemma dei marchesi Campori

in un disegno d’epoca

 

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Stemma del marchesato Este di Ferrara 

dal 1300

 

l’aquila nera attesta il legame con gli Este dal 1370. Gli Este, a loro volta, ereditarono il simbolo dell’aquila nera da Enrico IV,

re di Germania e imperatore del Sacro Romano Impero per investitura quali suoi feudatari

 

 

I marchesi Campori rimasero proprietari del castello fino al 1976, anno in cui lo cedettero alla parrocchia. Nel 1990 il castello è stato acquistato dal Comune di Soliera, che da allora lo ha interamente restaurato e adibito a sede di servizi e attività aperte ai cittadini.

 

SOLIERA (Modena), ancora un Castello!        

Stemma dei marchesi Campori

dipinto ancora oggi sul castello

 

 

 

Silvia Giussani dal 1985 realizza a mano decorazioni esclusive e personalizzate su porcellana.

Per la decorazione di questo piatto è stata utilizzata l’antica tecnica del terzo fuoco che, nella storia della decorazione, è stata il fiore all’occhiello per l’Italia e per l’intera Europa.

Sembra infatti che la tecnica del terzo fuoco sia nata e si sia sviluppata contemporaneamente in Persia ed in Mesopotamia, precisamente nelle città di Kashan e Baghdad, nel IX sec. Con la conquista islamica, si diffuse in Spagna per poi giungere in Italia nel 1500 dove già si utilizzavano forni specifici.

Grazie alla spinta che il Rinascimento dette a tutte le arti, anche la tecnica del terzo fuoco fu tra le apprezzate arti di questo periodo storico ed artistico italiano.
Dopo gli ultimi splendori del Seicento tale lavorazione scomparve e solo verso la fine del 1800 circa venne reintrodotta sulla ceramica e sulla porcellana, dopo quasi duecento anni.

I colori utilizzati sono ossidi di polvere, uniti a speciali essenze. La realizzazione del dipinto ne prevede la sovrapposizione di tonalità sempre più intense che vengono fissate sulla porcellana con svariate cotture.

La decorazione in oro zecchino dona all’oggetto preziosità ed eleganza.

 

 

 

 

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