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Giorno Zero

Il profumo del caffè invade la cucina, il telefono suona e con la massima calma del mondo mi appresto a rispondere.

“Ciao Kate, sono la mamma. Tutto bene? Ti è successo qualcosa?”

“Si certo tutto bene” dico io, anche se so che è venuto il momento di dare spiegazioni.

“Oggi ci vediamo vero? Se è solo questione di prenderti una vacanza per noi non ci sono problemi.”

Un raggio di sole mi colpisce dritto sulla fronte e sorrido rilassata a ieri, il mio giorno zero Nella mia testa ho ancora il suono della canzone che ha accompagnato il cammino di questi ultimi giorni. Ma andiamo con ordine. Ecco, come sono arrivata qui? Quando lasci le vecchie abitudini di una vita alle spalle e cominci a distaccartene definitivamente, sembra che sia passato un secolo. L’altro ieri, credo, è iniziata questa strana avventura che rivedo come fosse adesso.

Al volante della mia auto, sto tornando a casa per pranzo dopo una mattinata di lavoro, Un groviglio di pensieri si accavallano nella mia mente E’ una giornata piene di nebbia nella quale mi sento avvolta dall’atmosfera ovattata e tutto mi riecheggia e rimbomba nella testa. I pensieri rimbalzano lenti nel mio cervello. In sottofondo la radio emette suoni, parole, cosa non lo so perché non ascolto nemmeno. Da troppo tempo sento solo lamentele rivolte nei miei confronti . Voci che mi dicono cosa devo fare e come devo essere.

La mia scelta di lavorare nell’azienda di mio marito e di collaborare gomito a gomito con la famiglia acquisita alla lunga comincia a farsi stretta. E’ vero che mi ha fatto comodo avere una certa flessibilità che mi ha permesso di seguire i miei figli e di questo ne sono orgogliosa e felice. E’ vero anche che il mio lavoro mi appassiona e piace molto, anche se devo dirla tutta, se dipendesse da me avrei un approccio completamente diverso alla gestione del negozio. Vorrei che una parte della mia personalità uscisse dai piccoli gesti quotidiani invece di restare ingabbiata la dove è.

All’improvviso, lungo la strada, la nebbia si dirada per lasciare spazio al sole di metà febbraio, che fa già sentire la sua presenza ma che ancora non ha sconfitto il rigore dell’inverno. Sento nuovamente la radio e i clacson delle altre macchine.

All’improvviso mi balena un’idea, una cosa che avrei voluto fare da tempo ma per la quale non ho mai trovato il coraggio. Per qualche giorno voglio allontanarmi dalla mia quotidianità. Voglio riposarmi non pensare a nulla, ignorare il brusio di sottofondo delle critiche. Voglio far affiorare me stessa, fare chiarezza su quali sono i miei desideri e capire che direzione devo dare alla mia vita. Non ci metto tanto a convincere me stessa che ho bisogno più che mai di questa pausa.

Non mi fermo a casa e proseguo sulla strada in direzione nord. Arresterò la macchina in un posto che mi ispira, dove il mio istinto suggerisce di fermarmi. Intanto imposto il risponditore della segreteria del cellulare, nel caso mi dovessero cercare. “Kate al momento non è disponibile. Sta bene e ha deciso di prendere una vacanza da tutti per ritrovare se stessa”. In fondo non voglio creare allarmismi. Tanto lo so che anche se mi lamento, poi la mia vita normale mi verrà a mancare. Voglio solo dare uno scossa, trovare la carica giusta per nuovi stimoli. Trovare un nuovo orizzonte libero dalle cupe e pesanti nebbie. Voglio andare verso la montagna salire in alto così posso guardare più lontano. Il mio sguardo abbandonerà i suoi angusti confini.

Il viaggio è durato solo due giorni secondo la comune convenzione del tempo ma in realtà è stato molto più lungo. Il ritrovare me stessa mi ha riempito di orgoglio ma anche di responsabilità. A testa alta mi appresto ad affrontare il GIORNO UNO, non meno faticoso degli ultimi. Mentre mi vesto ripasso mentalmente i primi passi che dovrò compiere una volta uscita dalla porta di casa. Alle spiegazioni che dovrò fornire e alle mie ragioni da far rispettare. L’aver trovato l’inizio del mio cammino mi dà le forze per affrontare e superare tutti gli ostacoli.

Claudia Piccinini

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